Persone per bene

Lui è il professor Alessandro Frigiola

6 anni fa
Lui è il professor Alessandro Frigiola

Il cardiochirurgo ha salvato la vita di una bambina su un volo Tunisi-Milano.

Alessandro ha 76 anni ed è un cardiochirurgo del reparto di Cardiochirurgia di San Donato, nonché presidente dell’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo.

Lungo il suo percorso è stato in tutto il mondo. Ha visitato bambini cardiopatici nei Paesi più poveri. Ha dato vita ad una squadra di 300 medici stranieri in grado di curare le malformazioni al cuore direttamente sul posto. In quasi trent'anni di missioni il Professor Frigiola ha salvato la vita di quasi 3.000 bambini.

È il 6 marzo scorso. Sul volo Tunisi – Milano Malpensa c’è Amina, una bimba nata da dieci giorni. Pesa poco più di un chilo e mezzo. Una piuma con un grave difetto al cuore. Una patologia congenita che necessita di un'operazione immediata. I genitori, dopo una ricerca, hanno individuato nel Policlinico San Donato di Milano il miglior centro per la cardiochirurgia pediatrica. Organizzano la trasferta ma la sorte di Amina è appesa a un filo. La piccola non respira da sola e ha bisogno delle bombole di ossigeno. Le speranze sono poche ma a bordo con lei c'è anche Alessandro. Arrivati in aeroporto il personale di volo avverte i passeggeri che a causa di un guasto a una ruota l'aereo sarebbe partito quattro ore in ritardo. Il papà di Amina, disperato, chiede aiuto al ministero Tunisino e risce a farsi portare in emergenza altre due bombole della durata di un'ora mezza circa. Troppo poco per arrivare a destinazione. Novanta minuti di autonomia per un volo di circa cento. Conti alla mano, per Amina non c'è speranza.

Alessandro però mantiene la calma e si rivolge direttamente al pilota pregandolo di accelerare. Guadagnati minuti preziosi, si aggiunge un altro problema. La temperatura della piccola si abbassa rapidamente: 37 gradi, poi 36.8, 36.4, 36.2. Un paio di linee in meno e il cuore di Amina andrebbe in fibrillazione. Alessandro decide dunque di coinvolgere personale e passeggeri. A bordo non ci sono coperte termiche e la soluzione è una sola: aumentare al massimo il riscaldamento a bordo. Qualche istante e l'interno del volo diventa una sorta di sauna. Manca l'aria, la situazione è al limite del sopportabile. I presenti iniziano a sudare in maniera importante ma nessuno protesta. Anzi, iniziano a tifare per Amina. Tutti insieme uniti verso un unico obiettivo: la fragile vita di quella bambina.

Il volo, rispetto ai 100 minuti preventivati, ne dura 85. Minuti di ansia e speranza culminati con l'arrivo di Amina a Milano. La piccola viene operata il giorno dopo. I problemi con il suo cuore difettoso non finiscono qui, ma per il momento è fuori pericolo. Ad ogni modo sarà costantemente monitorata dal professor Frigiola, il suo “angelo”.

Grazie ad Alessandro. Grazie ai passeggeri, al personale, al pilota. Ma soprattutto grazie ad Amina.

Ci avete regalato uno straordinario messaggio di speranza.

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