Persone per bene

Lei è Rossella Casini

6 anni fa
Lei è Rossella Casini

Studentessa fiorentina che ha affrontato da sola la mafia.

Rossella nasce nel 1956 da una famiglia piccolo borghese di Firenze. Sono gli anni '70, periodo di studi universitari, quando conosce Francesco Frisina, giovane studente di Economia a Siena ma originario di Palmi, in provincia di Reggio Calabria. I due si innamorano, lei lo presenta ai genitori ai quali il ragazzo lascia una buona impressione. La relazione diventa seria, tanto che l'estate seguente Francesco invita Rossella e la famiglia Casini a passare le vacanze nel Reggino. Tutto sembra procedere al meglio, il paesaggio è selvaggio e suggestivo, la gente accogliente, quando un giorno, mentre passavano in macchina lungo le vie del paese, lei e i genitori vedono un uomo a terra, senza vita. Si tratta di Domenico Cutrì, conosciuto qualche giorno prima. I tre, nonostante il trauma, non si interrogano troppo sull'accaduto. Ma la stessa sera si presenta la stessa scena. Stavolta a farne le spese è Alfonso Gallico, altra conoscenza della famiglia Frisina. Tornata a Firenze, Rossella decide di smettere di frequentare Francesco. E' impressionata da quanto visto e percepisce una sinistra sensazione attorno alla famiglia Frisina. Smaltita la paura, però, l'amore per Francesco è troppo forte e decide di riprovarci. E' l'estate del 1979 e Rossella decide di tornare a Palmi per trascorrere le vacanze, stavolta solo con la madre. Passano i primi giorni e tutto sembra tranquillo. Forse quanto accaduto l'anno prima è solo frutto di tragiche coincidenze. Forse la sua sensazione è solo paranoia. Forse. Purtroppo questi interrogativi vengono strozzati da una macabra risposta. La villeggiatura viene drammaticamente segnata dalla morte di Domenico Frisina, padre di Francesco. Rossella e la madre iniziano ad indagare e la verità viene presto a galla. I Frisina di Palmi sono affiliati a una cosca, nello specifico ai Gallico, 'ndrina che da vent'anni inonda di sangue le strade del Reggino. La madre di Rossella tenta il tutto per tutto per riportare la figlia in Toscana, ma lei non vuole abbandonare il fidanzato in un momento del genere. Rimane a Palmi per cinque mesi. Mesi di omicidi, mesi in cui Rossella quasi si abitua alle dinamiche mafiose che coinvolgono la famiglia Frisini, tanto da essere “accettata”, con i doveri da svolgere del caso.

Su pressione dei genitori, a dicembre Rossella torna a Firenze. Passa qualche giorno e da Palmi giunge l'ennesima tragica notizia. La peggiore. Francesco, il suo Francesco, è rimasto coinvolto in un attentato a firma di un boss di una cosca nemica. Colpito alla tempia da un arma da fuoco, viene ricoverato in gravissime condizioni. Rossella prende il primo treno e si precipita in Calabria, al capezzale del suo amore. Convince la famiglia Frisini a farlo trasferire a Firenze, per stargli vicino e per tenerlo lontano per un po'.

Rossella ha un piano. Una volta in Toscana, Francesco inizia a riprendersi. Un giorno, in ospedale, Rossella gli fa visita con un uomo che presenta come suo cugino. In realtà si tratta di un agente in borghese. L'obiettivo è convincere il fidanzato a collaborare con la giustizia. Francesco accetta e inizia a parlare. Si dichiara partecipe di una serie di delitti e inizia a fare nomi pesanti della cosca, molti appartenenti alla sua stessa famiglia. Lei stessa si fa interrogare, rivela tutto quello che sa e che è riuscita a estorcere al fidanzato. Si presta a un interrogatorio fiume da cui scaturisce qualche arresto. Francesco però è fragile, così come la sua collaborazione. Passa poco tempo e, una volta dimesso, viene convinto dalla famiglia a ritrattare la deposizione. Una mossa che gli costa comunque il carcere.

E' la condanna a morte per Rossella. Il suo squarcio nell'omertà è una macchia da rimuovere. Una mina vagante da disinnescare.

Rossella è sola e impaurita, ma nonostante tutto ama ancora Francesco, gli fa visita costantemente in carcere e gli rimane accanto. La famiglia Frisini decide di convocarla a Palmi, per farle firmare una dichiarazione redatta dalla famiglia e dai legali nella quale nega parte di quello che ha riferito ai magistrati. E' per il bene di Francesco. Lei si fida, accetta.

E' il 22 febbraio del 1981. L'incubo sembra finito, Rossella chiama i genitori per avvertirli che sta per salire sul treno di ritorno verso Firenze.

E' l'ultima traccia che Rossella lascia di sé. Da allora non se ne saprà più nulla.

Gli anni di assordante silenzio passano. La madre muore per il troppo dolore. Il padre resta l'unico a cercare una risposta. E' il 1994 e, sulla base di alcune deposizioni di tre collaboratori di giustizia, emerge la verità. E' agghiacciante. Rossella è stata rapita, torturata, uccisa, fatta a pezzi e gettata in mare. L'ordine è partito dalla sorella di Francesco, Concetta, per lavare col sangue il tradimento. Un ordine perentorio: “fate a pezzi la straniera”.

Oggi, a 37 anni esatti di distanza da quell'ultima telefonata, vogliamo ricordare Rossella. Una “donna coraggio” che ha sfidato la 'ndrangheta da sola. Che ha combattuto l'omertà e il silenzio con la forza dell'amore e della speranza. Una persona perbene che non ha accettato compromessi. E per questo ha pagato con la sua stessa vita.

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